La tecnologia si sta sviluppando sempre più rapidemente anche in campo agroalimentare. Sia perchè ci sono le possibilità sia perchè sul pianeta siamo sempre di più e il cibo è sempre meno. Questo sia dal punto di vista tecnico che di mercato, dato che il mercato potenziale per il Made in Italy è almeno di 150 miliardi di euro, ma noi esportiamo per appena 50 miliardi, giusto per fare un esempio. Come si risolve la situazione? Con insetti, carne artificiale identica a quella originale, bottiglie di plastica commestibili etc.
I problemi sono questi: Entro il 2030 saremo 8 miliardi e mezzo di persone, nel 2050 saremo, molto probabilmente, 10 miliardi. Ormai il problema di un sacco di bocche da sfamare è serio ed è vicino, anche perchè le conseguenze ambientali delle coltivazioni e degli allevamenti intensivi sono gli occhi di tutti ( a parte di chi non vuole capire). Quali saranno i cibi che potrebbero andare a sostituire il Made in Italy, quindi? Non vi piacerà:
Crescono sott’acqua, praticamente in tutte le condizioni ambientali, con grande facilità e senza sottrarre prezioso spazio agricolo agli ortaggi, per questo si diffonderanno globalmente. In Cina e in Giappone l’insalata di alghe è una portata molto diffusa che accompagna i piatti unici. Oltre a quelle note, mangeremo sempre più micro-alghe, alimenti piuttosto ecologici e completi sotto il profilo nutrizionale. La spirulina, per esempio, è ricca di proteine e di amminoacidi essenziali, ma anche di vitamine e antiossidanti. Saranno le alghe a colorare di verde la tavola del futuro?
Servono dai 9 ai 21 giorni per produrre carne in laboratorio partendo da cellule staminali animali. Pare che questo tipo di carne non presenti rischi per la salute, legati a contaminazioni batteriche o alla presenza di grassi saturi in grandi quantità. Inoltre, in questo modo, si evitano le conseguenze negative per l’ambiente legate agli allevamenti intensivi. La prima degustazione di un hamburger nato in laboratorio è del 2013. Ci vorrà ancora qualche anno, però, per acquistare questa carne al supermercato. È possibile anche produrre artificialmente pesce e frutti di mare: in passato gli scienziati del Touro College sono riusciti a creare piccoli filetti di pesce immergendo i muscoli del pesce rosso in un siero. Manca ancora un po’ di tempo, ma vi abituerete mai all’idea di mangiare carne prodotta in laboratorio?
Cibo conservato in cartucce per limitarne lo spreco, l’ingombro e facilitare il trasporto. Pasta fresca, biscotti e cioccolattini possono assumere qualsiasi forma. La prima stampante in 3D per il food, si chiama Foodini, ed è stata creata da una startup spagnola. Come funziona? Basta inserire gli ingredienti, selezionare forma e quantità e premere il tasto stampa. Questa stampante può essere usata anche nei ristoranti perché è in grado di produrre porzioni abbondanti. Anche la Barilla ha creato la sua stampante. Funziona con cartucce piene di acqua e semola di grano duro, si sceglie il formato da produrre, si clicca invio e in due minuti ecco nel piatto la pasta fresca, pronta da rovesciare nell’acqua che bolle.
Avete mai sentito parlare di Ooho? No, non è una pratica spirituale ma si tratta dell’innovativa ed ecologica confezione super compatta che punta a sostituire le bottiglie di plastica ed è pure commestibile. Il nuovo progetto, pensato e sviluppato da Skipping Rocks Lab, consiste nella creazione di una bolla d’acqua commestibile e biodegradabile. In una idea due soluzioni: persone dissetate e zero impatto ambientale. Ma c’è di più. In commercio, già da qualche anno, possiamo trovare il caffè masticabile Go Cubes, ideato da Michael Brandt e Geoffrey Woo. Invece di metterlo in tazza, possiamo tenerlo in tasca e bere un caffè anche nel deserto. Questi cubetti sono arricchiti da integratori nootropici (smart drugs), che riducono il nervosismo e migliorano la messa a fuoco per supportare prestazioni cognitive.