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Sono i prodotti dell’Emilia Romagna gli alimenti più copiati e contraffatti al mondo. Se il Parmigiano Reggiano, il parmesan, è tra i prodotti più copiati e contraffatti al mondo non lo sono da meno il prosciutto di Parma e l’Aceto balsamico di Modena. Il dato emerge dal lavoro dell’Icqrf (Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari) che nel 2014 ha effettuato 60 segnalazioni ‘ex-officio’ in tutta Europa (dove appunto vige la tutela delle indicazioni geografiche) riguardanti pratiche imitative di prodotti Dop/Igp italiani, delle quali ben 40 relative a denominazioni dell’Emilia Romagna (in primis Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico di Modena e Prosciutto di Parma, appunto).
Un danno incalcolabile per il sistema certificato delle produzioni alimentari che a livello regionale vale oltre 2,5 miliardi di euro e che fa dell’Emilia Romagna la prima regione in Europa per valore dei prodotti Dop/Igp (15% del valore complessivo legato al paniere di quasi 1.300 Dop/Igp a livello Ue). Un sistema, quello dei prodotti Dop emiliano-romagnoli, che assorbe oltre il 90% del latte vaccino prodotto in regione, che sostiene l’economia di molte aree svantaggiate (il Parmigiano Reggiano rappresenta la prima Dop italiana per latte vaccino prodotto in montagna, circa 350.000 tonnellate contro le 77.000 del Trentingrana) e che concentra il 73% della produzione di prosciutti Dop italiani.
La rilevanza del mercato statunitense per queste due denominazioni (primo mercato estero di destinazione di Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma) e la contestuale importanza della tutela delle indicazioni geografiche oggetto di negoziato in ambito Ttip (l’accordo di libero scambio Usa-Ue) hanno rappresentato i motivi alla base di un recente studio della società di ricerche di mercato Nomisma su origine, italiansounding e tracciabilità dei prodotti agroalimentari.
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